L’irraggiungibile monte Amaro: il re della Majella

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L'anello della Val Popena da Misurina e l'incontro con la "leggenda" Gianni Pais Becher
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È San Bartolomeo e sono tre giorni di festa a Roccamorice, grazioso borgo situato nel parco nazionale della Majella in provincia di Pescara.

Le campane suonano ininterrottamente e i paesani, dopo aver portato in processione per le vie addobbate a festa la statua del Santo, sono intenti a degustare gli Arrosticini che via via vengono cucinati con maestria sulle “furnacelle”.

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La processione di San Bartolomeo a Roccamorice

Proprio i gustosi Arrosticini, spiedini tipici di carne di pecora, saranno la nostra alimentazione energetica per poi raggiungere il giorno seguente la vetta del monte Amaro a quota 2.793 metri di cui il toponimo deriva dal latino “Mons Malus” per la sua asperità: ci aspetterà qualcosa che non sarà proprio una normale camminata come in altri contesti montani!

Il monte Amaro è il Re del massiccio montuoso della Majella e la seconda vetta più elevata di tutto l’appennino dopo il Corno Grande (vedi articolo) posto più a nord nel Gran Sasso d’Italia.

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La vetta del monte Amaro 2.793 m.

I sentieri per raggiungere il monte Amaro hanno caratteristiche diverse: alcuni richiedono molte ore di camminata in quota, altri più brevi, come la Rava del Ferro, si inerpicano per impervi canaloni rocciosi.

Le vie che conducono alla cima del colosso maiellano hanno una cosa in comune però: sono veramente dure mettendo alla prova l’escursionista anche quello più allenato, anche dal fatto, vista l’escursione tra i 2.000/2.700 metri di altitudine, l’aria è più rarefatta.

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Durante l’ascesa abbiamo incontrato Renato, conoscitore di ogni singola pietra presente nel massiccio montuoso, che ci ha raccontato che salire sul monte Amaro è la meta che ogni abruzzese deve raggiungere almeno una volta nella vita;

fu così che Renato riuscì a condurre suo padre, cinque anni prima dalla sua scomparsa, sulla cima del monte Amaro ed il ricordo di quel momento, di quei passi fatti col proprio padre dopo una vita di idee contrastanti, lo ha supportato dando maggiore forza per affrontare quelle pendenze vertiginose. Una storia davvero emozionante.

Una meta da raggiungere dunque, ed oggi anche per due forestieri provenienti dalla Maremma toscana… e così ci apprestammo all’ascesa.

Il percorso

Questo percorso che conduce verso la cima del monte Amaro inizia dal parcheggio dietro al rifugio Bruno Pomilio a quota 1.888 m. con l’indicazione bianco-rossa riportante la “P”.

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Appena passata la Majelletta il sentiero dopo circa 3 km costeggia la cima del Blockhaus (2.140 m) dove dal 5,7 km inizia l’ascesa che prendendo quota arriva alla cima del monte Focalone a 2.676 m.

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Lungo questo tratto è possibile trovare un rifornimento d’acqua, da prendere in considerazione già per affrontare la salita ma soprattutto per la fase di ritorno.

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Al 6,8 km merita la deviazione verso il bivacco Carlo Fusco dove si apre un’anfiteatro naturale molto suggestivo: le Murelle con la cima omonima.

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Arrivati in quota il percorso risulterà panoramico con un alternarsi di sali e scendi, attraversando la cima Pomilio a 2.656 m. ed il monte Tre Portoni a 2.673 m.

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Da questo momento vi troverete ad attraversare un paesaggio lunare con le nuvole a fianco sotto lo sguardo indifferente di gruppi di camosci appenninici, esattamente la Rupicapra Pyrenaica Ornata intenta a sbarcare la giornata totalmente in relax.

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Camosci appenninici

Di colpo scorgerete davanti la meta da raggiungere, la cima del monte Amaro, che apparentemente sembra vicina e quasi fatta, ma invece vi accorgerete man mano che proseguite che la “strada” da fare è ancora tanta.

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Vista della cima del monte Amaro

Poco prima di arrivare al monte Tre Portoni dove una deviazione a sinistra conduce verso il rifugio Ciro Manzini, il sentiero sale per il costone roccioso con semplici passaggi di I° grado o con la possibilità di proseguire lungo la cengia, che non è particolarmente esposta ma comunque da affrontare con prudenza.

Arrivati nella parte sovrastante inizia la parata finale verso la cima del monte Amaro e da questo momento in poi è uno spettacolo carico di emozioni con qualche accenno di stanchezza.

Sulla cima è presente il mitico bivacco Cesare Mario Pelino e la vista a 360° è mozzafiato.

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Camminatori Anonimi sulla cima

L’escursione risulterà molto dura, sia per il tempo impiegato, sia per i vari sali e scendi, quindi consigliamo di affrontarla con una discreta preparazione fisica mettendo nello zaino un quantitativo minimo di 2 lt. d’acqua e cibo energetico da assumere costantemente.

PartenzaRifugio Bruno Pomilio
Distanza25,4 km (andata/ritorno)
Tempo10/12 h
Dislivello in salita1.726 m
Dislivello in discesa1.726 m
Quota massima2.793 m ▲
Quota minima1.888 m ▼
SentieriP
DifficoltàEE (molto impegnativa)
Ascent/Descent:
1726 m 1726 m
Distance:
25.42 km

Dormire, mangiare, vedere

Abbiamo soggiornato a San Valentino D'Abruzzo Citeriore presso l'affittacamere Porta Majella, una struttura molto carina dietro al centro storico, dove al pian terreno è possibile usufruire di una cucina comune.

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Davanti alla struttura è presente una fonte con acqua fresca ed un ampio parcheggio, in sostanza è ubicata in un punto logisticamente strategico anche per accedere ad altre escursioni come nella val Giumentina e nella valle dell'Orfento ed altre limitrofe.

Merita una visita il "museo dei Fossili e delle Ambre" dove è possibile ammirare ritrovamenti preistorici provenienti dal massiccio della Majella e dal territorio circostante come la val Giumentina.

Affascinanti da ammirare sono le riproduzioni presenti nel museo di "Lucy" e "il ragazzo del Turkana", tra le più importanti scoperte a livello mondiale.

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Per mangiare consigliamo il Garden Bar Pizzeria, ubicato nella via principale che attraversa il paese, dove la sera fanno un'ottima pizza.

A pochi minuti da San Valentino dopo la deviazione per Roccamorice, una stradina di campagna conduce dopo qualche centinaio di metri al ristorante Col di Gotte: qui è possibile degustare specialità abruzzesi, come la "chitarrina al sugo d'agnello" e una gustosa selezione di formaggi locali in un ambiente cordiale e familiare.

A Roccamorice consigliamo l'Osteria del Belvedere, molto bella la location interna per lo più in legno. Oltre ai tipici piatti tradizionali, come gli Arrosticini e le Pallotte Cacio e Ova eseguiti alla perfezione, è possibile acquistare una selezione di "Genziana", un liquore tipico fatto con la radice stessa della pianta che l'osteria offre in tantissimi gusti come quella all'Assenzio o al Centerbe.

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Pallotte Cacio e Ova

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