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La Val di Merse è un territorio incontaminato che si estende nella parte sud-occidentale tra le Crete Senesi e le prime propaggini nord-orientali delle Colline Metallifere della Maremma, in Toscana.
Il paesaggio naturale è rappresentato da dolci colline e vallate ricche di boschi di lecci mentre sulle alture i castagneti contrastano il paesaggio.
Questo aspetto naturale caratterizza gran parte della Riserva Naturale del Basso Merse, classificata come sito di interesse comunitario.
La Val di Merse ha avuto il suo massimo splendore nel periodo medievale, per questo motivo si trovano numerosi luoghi sacri come chiese, pievi e abbazie.
Lungo i fiumi Farma and Merse, ci sono molti resti di antichi mulini medievali che sfruttavano l’acqua per generare energia per la lavorazione del ferro, della lana, del grano.
Nei pressi di Monticiano, lungo il Farma nel comune di Roccastrada ci sono ancora i resti di molte ferriere costruite qui dalla fine del 1200.
Nella zona di Chiusdino dopo l’anno 1000 sorsero numerosi castelli specializzati nello sfruttamento delle miniere come quella di Miranduolo e i ricchi monasteri costruirono dozzine di mulini per produrre farina e lavorare la lana.
La Val di Merse ha inoltre una lunga tradizione culinaria: da degustare sono la carne della Cinta Senese, tipico suino, la minestraccia, una zuppa della tradizione della cucina povera toscana e i piatti a base di funghi e cacciagione.
Su uno dei cocuzzoli delle Colline Metallifere si erge il borgo di Chiusdino, di antica origine longobarda, che domina tutta la vallata del Merse.
In questo borgo, da una famiglia della nobiltà locale, nacque Galgano Guidotti, cavaliere medievale divenuto successivamente Santo scegliendo una vita da eremita.
E’ possibile visitare l’eremo di Monte Siepi, ubicato su un’altura più in valle, dove è posta la famosa “spada nella roccia” conficcata dal Santo-cavaliere a dimostrazione della sua scelta.
Di San Galgano si sa che morì nel 1181 e che convertitosi dopo una giovinezza disordinata, si ritirò a vita eremitica per darsi alla penitenza, con la stessa intensità con cui si era prima dato alla dissolutezza.
Il momento culminante della conversione, avvenne nel giorno di Natale del 1180, quando Galgano, giunto sul colle di Montesiepi, infisse nel terreno la sua spada, allo scopo di trasformare l’arma in una croce.
Nella Rotonda c’è un masso dalle cui fessure spuntano un’elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni ed ora protetta da una teca.
L’evidente eco del mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della Tavola Rotonda e la storia del santo chiusdinese.
Leggende orali del luogo raccontano che il Sacro Graal sia segretamente costudito nell’Eremo di Monte Siepi.
Il Santo viene festeggiato il 3 dicembre e in tal giorno avviene il pellegrinaggio che in cammino dal borgo di Chiusdino, seguendo strade di campagna, arriva all’eremo di Monte Siepi dove in prossimità si erge l’abbazia di San Galgano.
L’abbazia fu edificata nel 1200 dal nucleo monastico che si era formato negli ultimi anni di vita del Santo, con la partecipazione, successivamente, di nobili senesi e monaci provenienti dall’abbazia francese di Clairvaux.
Il sacro edificio rispecchia perfettamente i canoni cistercensi che prevedevano norme precise per quanto riguarda la localizzazione, lo sviluppo planimetrico e lo schema distributivo degli edifici.
Il percorso
Il percorso è circa 27 chilometri ed inizia dal vicino luogo denominato Palazzetto a circa due chilometri prima dell’incrocio per l’abbazia, per chi proviene dal mare.
Si può iniziare la camminata anche dall’area dell’abbazia per poi ritornarci alla conclusione del giro.
Lungo il percorso è possibile vedere Il Mulino delle Pile (il Mulino Bianco della pubblicità Barilla) oggi adibito a struttura ricettiva.
Dopo alcuni chilometri è la volta di un antico cimitero di fine ‘800 ed il castello di Luriano.
Ancora più avanti un’antica e suggestiva chiesetta si erge sulla strada.
L’antica via di Transumanza Maremmana riporta in direzione dell’abbazia costeggiando nel tratto finale il fiume Merse dove il guado finale farà concludere il percorso dopo qualche centinaio di metri.
Nei pressi dell’abbazia è ubicato un bar e ristorante.
Così anche nella vicina borgata del Palazzetto. Si consiglia di informarsi per gli orari di apertura.
Distanza 23,8 km
Quota max 488 m
Dislivello in salita 457 m
Difficoltà EE
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